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Epatite virale da hbv

E’ dovuta all’infezione da HBV ( Hepatitis B Virus ), un HepadnaViridae sferico più grande e più complesso dell’HAV. Infatti presenta un rivestimento esterno (envelope) e un filamento di DNA a doppia elica nel suo interno racchiuso da un nucleo-capside che forma la particella Core ; nell’interno del core è contenuta insieme al DNA, una proteina enzimatica ( transcriptasi inversa ). La superficie esterna dell’envelope inoltre presenta delle proteine di dimensioni diverse (vedi immagine).

Dopo un periodo di incubazione cha va dai 40 ai 180 giorni (mediamente 100 giorni), la malattia si manifesta con la sintomatologia tipica dell’epatite acuta vista per l’HAV, che si protrae per un paio di settimane e poi migliora gradualmente nella maggior parte degli individui colpiti. L’infezione può essere inoltre asintomatica o avere, con una insufficienza epatica fulminante, un esito infausto.

L’ infezione da HBV può determinare:

- Epatite acuta nel 20-25% dei casi

- Malattia subclinica con il 60-65%

- Infezione persistente nel 4%

- Portatore sano con il 5-10%

Nel caso di malattia subclinica si ha il 100% di guarigione mentre per l’infezione persistente il 67-90% recupera e il 10-33% evolve in epatite cronica che può essere non progressiva o attiva con conseguente cirrosi: di queste circa il 10% si conclude con l’epatocarcinoma. Il portatore asintomatico è in grado di trasmettere la malattia anche per molti anni.

L’ HBV è presente nel sangue nelle ultime fasi del periodo di incubazione e attivo durante gli episodi di epatite acuta e cronica; è presente, anche se a concentrazioni basse, nelle secrezioni corporee ad eccezione delle feci e delle urine; il sangue ne è la principale fonte di infezione .

Le possibili forme di trasmissione virale comprendono:

- Via Parenterale apparente per contatto diretto su mucose o ferite di sangue infetto, lesioni accidentali da aghi o strumentario medico-chirurgico infetti ed emotrasfusioni. E’ da notare che quest’ultima evenienza è assai rara in quanto i controlli sierologici, se ben eseguiti, permettono una sicurezza molto elevata;

- Via Parenterale inapparente ossia tramite l’uso di oggetti che possono creare microtraumi cutanei come rasoi e accessori da manicure infetti;

- Via Transplacentare e Perinatale da madre infetta al neonato;

- Via Sessuale .

La corretta diagnosi di Epatite virale B può essere fatta solamente studiando i markers virali specifici dell’HBV . Le prove di laboratorio prevedono non solo la rilevazione degli antigeni virali (proteine prodotte dal virus) ma anche degli anticorpi prodotti dal soggetto ospitante.

I markers HBV sono:

- Antigene di superfice del virus ( HBsAg ), corrispondente alle proteine presenti all’esterno dell’envelope (vedi immagine); può essere indicato anche come Antigene Australia ( Antigene Au );

- Anticorpo anti antigene di superficie ( anti-HBs o HBsAb ), corrispondente agli anticorpi prodotti dal soggetto contro questo antigene;

- Antigene Core del virus ( HBcAg ), corrispondente al rivestimento proteico del DNA presente all’interno della particella virale (vedi immagine);

- Anticorpo anti antigene core ( anti-HBc o HBcAb ), corrispondente all’anticorpo prodotto dal soggetto contro questo antigene;

- Antigene e ( HBeAg ), corrispondente ad un peptide che sembra mettere in connessione il core virale con la superfice;

- Anticorpo anti antigene e ( anti-HBe o HBeAb ), corrispondente agli anticorpi prodotti dal soggetto contro questo antigene.

- L’ HBsAg è il primo marcatore ad apparire nel siero del paziente già durante il periodo di incubazione e durante la fase acuta della malattia; la presenza di di HBsAg è segno distintivo di infezione da HBV (vedi immagine).

- L’ HBeAg compare subito dopo l’HBsAg e indica replicazione virale attiva ; la persistenza di questo antigene è un importante indicatore clinico di progressione continua della malattia con probabile evoluzione in epatite cronica. E’ da notare che esistono delle varianti di HBV che non producono ‘antigene e’ per cui in questi casi l’HBeAg non svolge alcun ruolo. Durante il corso di un’infezione HBV, l’HBeAg può essere eliminato e questa siero-conversione è di solito associata ad una netta riduzione di replicazione virale (vedi immagine).

- L’ HBcAg è l’unico marcatore che non si riscontra nel sangue ma solo negli epatociti.

- Gli anti-HBc o HBcAb rilevabili sono di due classi: HBcAb-IgM e HBcAb-IgG . Le HBcAb-IgM sono i primi anticorpi che compaiono nel siero del soggetto e coincidono con l’inizio dell’aumento del valore delle transaminasi SGOT e SGPT che indica danno epatico; più è alto il titolo delle HBcAb-IgM più recente risulta l’infezione acuta. Nei mesi successivi queste IgM sono sostituite dalle HBcAb-IgG che rappresentano anticorpi di memoria. Mentrela classe IgM è dosabile in fase acuta di malattiala classe IgG lo è per tutta la vita.

- Gli anticorpi anti-HBe o HBeAb compaiono poco dopo la scomparsa dell’HBeAg e implicano che l’infezione acuta ha raggiunto il picco massimo e la malattia è in declino .

- Gli anti-HBs o HBsAb sono anticorpi di protezione che compaiono nel siero del soggetto da poche settimane a mesi dopo la scomparsa dell’HBsAg; il tempo tra la rimozione di HBsAg e la comparsa di anti-HBs viene indicato come “ periodo finestra ”. L’individuo negativo per HBsAg e positivo per anti-HBs e per anti-HBc-IgG ha superato l’infezione mentre la sola positività per anti-HBs indica in genere una vaccinazione precedente.

Nella immagine sottostante è riportata la risposta anticorpale ( anti-HBV ) e gli antigeni HBV nel sangue di un soggetto che ha avuto e superato l’Epatite B.

I markers sopra riportati vengono normalmente rilevati e dosati in laboratorio con tecnologia Immunochimica-immunometrica ( Immunoassay ) in fase solida ; tali tecniche utilizzano antigeni e/o anticorpi fissati su un’apposita superficie in modo da consentire il legame con il marker complementare . Il marker, legatosi alla fase solida, viene rilevato utilizzando una serie di reazioni antigene-anticorpo ; nella reazione finale un anticorpo coniugato ad un enzima catalizza la trasformazione di un substrato dando luogo alla formazione di un prodotto rilevabile dalle strumentazioni opportune (vedi immagine).

Altra indagine di Laboratorio per il virus B dell’Epatite è l’ HBV-DNA . E’ un test di Biologia Molecolare che consente di ottenere informazioni circa la carica virale e la replicatività del virus B stesso nel siero o nel plasma (EDTA) del paziente con infezione cronica da HBV. Normalmente questo test viene eseguito con la metodica PCR-Real Time ( PCR : Reazione polimerasica a catena – Real Time : quantitativa in tempo reale). La tecnica PCR è la metodica più comunemente impiegata per la ricerca, identificazione e caratterizzazione del DNA e RNA in campo virologico, batteriologico e genetico. Il DNA virale viene amplificato da reazioni a catena della DNA-polimerasi ( Polymerase Chain Reaction ) e, dopo ogni turno di amplificazione, il DNA stesso viene quantificato in Tempo Reale utilizzando metodi che includono colorazioni fluorescenti (vedi immagine).

Questa indagine viene utilizzata per monitorare la progressione della malattia e per valutare la risposta alla terapia antivirale. Il test infatti misura i livelli di HBV-DNA basale e durante il trattamento e ne valuta cosìla risposta. Irisultati dell’HBV-DNA vanno poi interpretati nel contesto di tutti i dati clinici e di laboratorio ottenuti. E’ possibile effettuare un’indagine di HBV-DNA sia qualitativo che quantitativo . Nel caso di dosaggio quantitativo, normalmente si considerano clinicamente significativi i valori che superano le 200 copie/ml pari a 40 IU/ml .

I soggetti che rimangono HBsAg positivi per almeno 6 mesi sono considerati portatori di HBV . Tali soggetti possono presentare epatite B cronica in caso di HBV-DNA e HBeAg positivi e infiammazione epatica rilevata con biopsia.

In occasione della conferenza NIH è stato scelto come criterio diagnostico per l’epatite cronica da virus HBV , il valore di 100.000 copie/ml pari a 20.000 IU/ml .

E’ possibile un’ immunoprofilassi sia attiva con vaccino che passiva con immunoglobuline umane specifiche anti-HBV ; nel primo caso il vaccino è ottenuto con particelle HBsAg preparate artificialmente con biotecnologie (DNA ricombinante) e consente una immunità duratura (fig.15), nel secondo le immunoglobuline somministrate forniscono una protezione immediata ma non continua nel tempo. Nel caso di vaccinazione si considera normalmente protettivo un titolo di anti-HBs non inferiore a 12 mIU/ml . In seguito alla vaccinazione, l’HBsAg può essere rilevato nel siero per più giorni; questo fenomeno è noto come antigenemia da vaccino (vedi immagine).

Presso la nostra struttura è possibile l'identificazione dei marcatori dell'HBV effettuando un prelievo venoso. Orario prelievi: 7.45 - 9.30.